BIEWER CLUB ITALIA

ORIGINE DEL BIEWER CLUB ITALIA

 

RICOSTRUZIONE DELLE ORIGINI DEL BIEWER TERRIER
Negli anni ’80, in Germania, nell’allevamento di Yorkshire Terrier dei signori Biewer, sono nati i
primi esemplari di Biewer Terrier, sostanzialmente Yorkshire Terrier con chiazze di pelo bianco,
quindi tricolori.
Cercheremo di riassumere, speriamo in modo chiaro, quello che negli anni siamo riusciti a trovare
on line, sui siti dei vari Biewer club nel mondo, ma con speciale riguardo a quello americano, il più
ricco di informazioni su questa razza
Nei primi anni ’70 i signori Biewer erano una coppia che condivideva molti hobbies e passioni; lui
era un funzionario pubblico, lei una parrucchiera e amavano viaggiare, andare in vacanza con un
camper, che in quegli anni costituiva una vera novità; quando il signor Werner Biewer, di circa
undici anni più grande della moglie, andò in pensione, dedicò tutto il suo tempo ad aiutare la sua
amata Gertrude a realizzare il sogno di allevare Yorkshire.
Fu proprio durante uno dei loro viaggi che decisero di dedicarsi all’allevamento di Yorkshire
Terriers e dopo aver venduto il salone di bellezza e la loro abitazione si trasferirono in una nuova e
molto più spaziosa casa a Hunsruck, in Renania, per iniziare ad allevare Yorkshire.
Iniziarono a frequentare le esposizioni canine con buoni risultati e durante uno dei loro viaggi in
Inghilterra visitarono l’allevamento “Streamglen Kennel”, dove acquistarono esemplari da inserire
nel loro programma di allevamento.
Fu proprio da una cucciolata nata da soggetti provenienti da questo allevamento che nacque un
cucciolo di yorkshire tricolore.
Il signor Biewer tentò di iscrivere i cuccioli, appunto, come “Yorkshire Tricolore”, ma
l’associazione di razza, con ragione, tenendo conto dello standard, rifiutò tale iscrizione
“irregolare”; probabilmente il signor Werner Biewer è stato un uomo “tutto di un pezzo”, almeno a
giudicare da come si è comportato, e sicuro delle sue ragioni continuò per la sua strada regalandoci
quella razza che oggi porta il suo nome.
Facciamo però un passo indietro, per capire come sia nata la razza Yorkshire Terrier. Prendendo un
qualsiasi libro sulla razza Yorkshire Terrier troviamo invariabilmente scritto che nel “cocktail” che
ha dato origine alla razza uno degli ingredienti costantemente riportato è il Maltese, per dare
maggiore lunghezza e setosità al mantello oltre allo Skyeterrier, al Clydesdale e al Paisleyterrier.
I primi allevatori non hanno mai svelato il segreto della loro “ricetta”, ma dal materiale iconografico
e successivamente fotografico sulla razza, molti autori concordano sulla presenza di “sangue
Maltese” che casualmente, in un accoppiamento nell’allevamento dei signori Biewer ha prodotto
cuccioli con pezzature bianche.
A questo punto, a pensar male si fa peccato ma spesso ci si azzecca: siamo sicuri che la prima e
unica volta che un accoppiamento tra yorkshire ha generato cuccioli con pezzature bianche sia stato
in casa Biewer? Maliziosamente propendiamo per il no.
Mettiamoci nei panni di un allevatore che ha visto con i propri occhi i suoi due yorkshire “veri”,
magari acquistati per una importante somma presso un altrettanto importante allevamento, generare
anche un solo cucciolo di yorkshire tricolore, un volgare meticcio! La prima cosa da fare è non
ripetere MAI PIU’ quell’accoppiamento che non ha dato i frutti sperati, la seconda cosa è di tenere
segreto l’evento perché non si pensi che i soggetti che hanno generato questi “meticci” siano dei
soggetti di incerta origine e di ancor più incerta discendenza.

Una persona comune, di comune buon senso, avrebbe nascosto la testa sotto la sabbia e non ci avrebbe pensato più, ma i signori Biewer
probabilmente erano più intransigenti, più curiosi e più amanti della verità di una persona di
comune buon senso e di certo non erano persone “comuni”; avranno pensato che se due yorkshire
“puri” davano una discendenza “diversa” da quella attesa, forse era il caso di chiedersi perché e
magari di selezionare questa caratteristica inaspettata. Trattandosi semplicemente di una
caratteristica estetica e, stando alla diffusione e all’apprezzamento successivo, gradevole, non c’era
motivo “etico” per non selezionarla, semplicemente si trattava di andare controcorrente rispetto ai
criteri di selezione della razza e del club che la tutelava.
Facciamo il punto della situazione: Germania, anni ’80, quindi test genetici non disponibili, un
allevatore tira fuori uno Yorkshire tricolore e lo vorrebbe iscrivere al libro origine per quello che è:
uno yorkshire tricolore! Il club che tutela la razza, a ragione secondo lo standard, rifiuta l’iscrizione
di cuccioli di Yorkshire tricolori e inizia l’avventura che ci ha portato ai nostri beniamini.
Non ci sono arrivate notizie certe su quali accoppiamenti siano stati fatti, il lavoro in stretta
consanguineità per fissare il carattere è sicuro, altrimenti non si sarebbe arrivati al punto di avere
diverse generazioni di “Biewer Terrier”, ma il materiale “di archivio” è carente.
I coniugi Biewer selezionarono i loro soggetti per alcuni anni, uno dei loro “Biewer Terrier” venne
regalato ad una famosa cantante tedesca di quegli anni, Margot Eskens; è proprio questo evento che
aggiunge l’ormai famoso “a là pompon” al nome della razza.
Sembra che Schneeflockchen (questo il nome del cucciolo, “Fiocchi di Neve”) venisse portato ,
durante una cena per festeggiare il compleanno della Eskens, al tavolo su un vassoio d’argento con
la “cloche” per coprirlo, e quando il cameriere ebbe alzato la cloche per scoprire la “pietanza”,
Margot Eskens abbia esclamato una frase con “… a là pompon”, che piacque ai signori Biewer
tanto da volerla aggiungere al loro nome e battezzare la razza come “Biewer terrier a là pompon”.
Grazie ad una testimonial all’epoca molto famosa in Germania, la razza ebbe una grande notorietà e
molti pseudo-allevatori (oggi diremmo cagnari) decisero di ottenere cuccioli “tipo Biewer” con
improbabili alchimie che mescolavano yorkshire con West Highland White Terrier, Maltese e
qualsiasi cane bianco di piccola taglia.
Dopo qualche anno (non siamo riusciti a capire esattamente quando, purtroppo, il signor Biewer si
ammalò gravemente e nonostante le cure prestegli dalla signora Gertrude, viene a mancare,
lasciando la signora Biewer sola con qualche decina di Biewer terrier da curare.
Anche qui non è chiaro cosa sia successo, sembra che la signora Biewer abbia affidato a persone di
fiducia alcuni soggetti, altri sembra che siano rimasti con lei, ma non siamo riusciti a trovare notizie
attendibili su quella che sia stata la sorte della razza, diffusa perlopiù in Germania, in quegli anni.
Notizie certe ci arrivano, molti anni dopo, dagli Stati Uniti d’America, dove il BTCA (Biewer
Terrier Club of America), allora presieduto da Gayle Pruett, che raccoglie la maggioranza degli
allevatori di Biewer Terrier del Paese, dopo una attenta osservazione dei soggetti nati da molti
accoppiamenti, si rende conto che c’è bisogno di fare chiarezza sulle origini genetiche della razza.
Sono gli anni in cui viene elaborato e usato su larga scala il “Mars Test”, un test genetico che attesta
l’appartenenza di un soggetto alla razza Biewer Terrier in modo incontestabile. Dopo l’adozione del
Mars Test vennero esclusi dalla riproduzione dei soggetti, proprio per avere un patrimonio genetico
di base il più “puro” possibile ed è da questi soggetti che l’allevamento Statunitense ripartì per
ottenere i risultati che possiamo oggi apprezzare.

In Europa l’allevamento del Biewer Terrier fu, negli anni ’90, quasi esclusivamente di nazionalità
tedesca, sotto l’egida dell’IBC (International Biewer Club), organizzazione che ha il merito di aver
tenuto i Libri Origine della razza in anni difficili e aver permesso l’iscrizione delle cucciolate che
avrebbero costituito la base di sviluppo della razza. In anni più recenti, soprattutto in Russia, la
diffusione del Biewer Terrier è massiccia e partendo da cani con pedigree IBC (l’unico disponibile)
gli allevatori russi sono riusciti a selezionare soggetti morfologicamente eccellenti e che a nostro
avviso rappresentano, insieme ai soggetti di allevamento Statunitense, “The state of the art” della
razza. Non è un caso che gli standard di razza dei due Paesi, recentemente entrambi aggiornati,
siano quasi sovrapponibili.
In questo post, che altrimenti sarebbe diventato troppo lungo, ci sono, volutamente, aspetti non
trattati o appena accennati, che saremo felici di approfondire con chi abbia a cuore la razza.
Sperando di aver fatto cosa gradita agli appassionati e ai Soci del Club attendiamo commenti e domande.

 

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